Sisma 2012, la Regione Emilia – Romagna presenta i numeri della ricostruzione

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A damaged old tower is seen after an earthquake in Finale Emilia

Le multinazionali non hanno abbandonato l’Emilia-Romagna, hanno al contrario aumentato le proprie unità produttive, che prima del terremoto erano 38 e oggi sono 42. Nessuna cassa integrazione con motivazione sisma è ancora attiva.

É stato raggiunto il 60% della ricostruzione di abitazioni e imprese. Il lavoro proseguirà fino a che l’ultimo mattone sarà posato, coniugando trasparenza e legalità. La fascia di terra dove si produceva oltre il 2% del Pil nazionale sarà ricostruita più bella, più forte e più sicura di prima.

A tre anni dal terremoto del 2012, il presidente della Regione e commissario delegato alla Ricostruzione Stefano Bonaccini e l’assessore alla Ricostruzione post sisma Palma Costi hanno presentato alla stampa dati e numeri sulla ricostruzione, tracciando un bilancio del lavoro svolto e di quanto rimane da fare.
La ricostruzione in sintesi
Raggiunto il 60% della ricostruzione di abitazioni e imprese. 1 miliardo e 770 mila euro di contributi concessi, di cui 800 milioni già liquidati (535 milioni Mude, 250 Sfinge, 182 dalle Assicurazioni, per oltre 1 miliardo di liquidità complessiva immessa nel sistema). 9.439 pratiche attive lavorate presso Comuni e Regione (7.369 Mude, 2.070 Sfinge), il 60% delle quali (6.248) con ordinanze o decreti concessi.

In particolare, 1 miliardo e 89 mila euro di contributi per la ricostruzione delle abitazioni, di cui oltre il 50% (535 milioni e 875 mila euro) liquidati; contributi approvati per il 70% dei progetti presentati (5.066 su 7.369).

682 milioni di euro per le imprese, un terzo dei quali liquidato (245 milioni); 2.070 richieste accettate, più della metà delle quali (1.182) con contributi assegnati.

15.800 abitazioni ripristinate, dove sono tornati a vivere oltre 25.000 cittadini. 4.645 nuclei familiari in assistenza che percepiscono un assegno, calati del 20% rispetto a maggio 2014 e del 71% rispetto ai 16 mila in assistenza subito dopo il sisma.

536 milioni messi a disposizione dalla struttura commissariale – che si aggiungono a 407 derivanti da co-finanziamenti (assicurazioni, fondi propri, donazioni…) – per finanziare 935 interventi di ricostruzione e riparazione degli edifici pubblici e dei beni culturali danneggiati, tra i quali le chiese. Prosegue nei Comuni la pianificazione per la ricostruzione dei centri storici, con l’individuazione delle Umi (Unità minime di intervento) e la redazione di 24 Piani organici: dal bilancio regionale stanziati 11 milioni e 700 mila euro che si aggiungono a quelli destinati alle opere pubbliche e ai beni culturali.

410 Map (Modulo abitativo prefabbricato) rimasti sui 757 iniziali, che ospitano 1.288 persone, la metà rispetto al 2012, settecento in meno rispetto a un anno fa.

 

I numeri del terremoto del 2012
58 comuni interessati, di cui 4 capoluoghi. Nel cratere, formato da 33 comuni situati nella Pianura Padana emiliana compresa tra le province di Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara, si produceva il 2% del Pil italiano
45.000 persone coinvolte
19.000 famiglie hanno lasciato le proprie abitazioni
16.000 famiglie hanno chiesto assistenza
14.000 edifici residenziali e 13.000 attività economiche danneggiate
1.500 edifici pubblici e strutture socio-sanitarie lesionate

 

Anche le aziende del sistema Confservizi hanno contribuito e stanno continuando a contribuire in modo significativo prima alla gestione dell’emergenza (vedi il DOSSIER SISMA realizzato nel 2013) e poi alla ricostruzione, grazie al fondo di solidarietà nazionale costituito insieme a sindacati e Confindustria, che ha permesso di raccogliere 7,7 milioni di euro che si concretizzeranno in opere di pubblica utilità e di significativa valenza sociale nelle province colpite dal sisma.

 

IL BILANCIO DELLA RICOSTRUZIONE

IL SITO WEB TERREMOTO, LA RICOSTRUZIONE