Sviluppo sostenibile: approvata la nuova Strategia nazionale

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Era attesa da tempo e ora è stata finalmente approvata la nuova Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS): il via libera da parte del CITE, il Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica, è arrivato lo scorso 18 settembre. Un passo che dovrebbe dare una spinta all’attuazione nel nostro Paese dell’Agenda 2030, il documento sottoscritto a settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite e approvato dall’Assemblea Generale dell’ONU.

Una spinta necessaria, dato che non siamo messi bene: mancano solo 7 anni alla data fissata per il raggiungimento dei 17 Sustainable Development Goals (SDGs), gli obiettivi di sviluppo sostenibile inseriti nell’Agenda, e il nostro Paese è in difficolta, come evidenziano i dati diffusi dall’ASviS (l’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile con cui FPA collabora da diversi anni, in particolare nella realizzazione dell’annuale Premio PA sostenibile). Il Rapporto ASviS 2022 “L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile” sottolineava, infatti, il ritardo dell’Italia nel raggiungimento degli SDGs: per ben 14 obiettivi il livello registrato nel 2021 era al di sotto di quello del 2019. Il prossimo 19 ottobre verrà presentato il Rapporto 2023 e scopriremo se ci sono stati progressi e in quali ambiti.

Intanto l’approvazione della nuova Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile è certamente una buona notizia, dato che scopo del documento è proprio rendere operativi e mettere a terra i principi dell’Agenda 2030, essendo la Strategia il punto di riferimento per il coordinamento di tutte le azioni di governo e per quelle di regioni e città metropolitane. La Strategia, che sostituisce la precedente del 2017, arriva in ritardo rispetto a quanto previsto dalla normativa, che ne prevede l’aggiornamento triennale. Era stata revisionata lo scorso anno al termine di un processo partecipativo avviato nel 2020, che aveva coinvolto tanti e diversi soggetti: dai ministeri competenti alla Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome, dagli enti territoriali alla società civile, fino al Forum per lo Sviluppo Sostenibile, istituito dal ministero della Transizione ecologica (Mite) con circa 200 organizzazioni della società civile e degli attori non statali.

Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile: conferme e novità

Il fulcro della Strategia sono, come nella precedente edizione, le cosiddette cinque “P” – Persone, Pianeta, Prosperità, Pace e Partnership – che mettono insieme le diverse dimensioni dell’Agenda 2030: ambientale, economica e sociale. Da qui discendono poi quindici scelte strategiche che impattano su tutti i diversi campi d’azione: dalla gestione sostenibile delle risorse naturali all’abbattimento delle emissioni climalteranti, dalla promozione di un benessere economico sostenibile, al contrasto alla povertà e allo sviluppo di un’occupazione di qualità, di una società non violenta, inclusiva e rispettosa dei diritti umani, senza discriminazioni.

Rispetto alla precedente edizione, è stata inserita la previsione di specifici “valori obiettivo” da misurare annualmente attraverso una serie di indicatori verificabili anche a livello territoriale: 55 di “primo livello”, che sono un nucleo comune per tutte le amministrazioni centrali e territoriali, e 190 di “secondo livello”, che garantiscono il monitoraggio complessivo degli obiettivi posti. Un elemento di concretezza e misurabilità quindi, che potrebbe fare la differenza per l’avanzamento dell’Italia verso l’attuazione dell’Agenda 2030, come ha sottolineato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS.

La nuova Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile indica con chiarezza 72 obiettivi strategici correlati ai 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 e individua le leve abilitanti per integrare pienamente la sostenibilità in tutte le politiche pubbliche – commenta Giovannini –. La coerenza delle politiche, la cultura dello sviluppo sostenibile e la partecipazione della società civile diventano finalmente elementi essenziali del processo sul quale il Governo ha deciso di impegnarsi. La Strategia c’è, ora bisogna attuarla con urgenza, tradurla in azioni pratiche, agire con determinazione e coerenza a livello nazionale, locale e internazionale”. Per l’attuazione della Strategia, il CIPESS del 20 luglio ultimo scorso ha stanziato per l’annualità 2023/2024 circa 17 milioni di euro.

La Strategia attribuisce un ruolo fondamentale ai “vettori di sostenibilità”: la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile (PCSD), con l’allegato Programma d’azione nazionale; il ruolo fondamentale di educazione, formazione e comunicazione; la partecipazione attiva, chiave per garantire un percorso di sviluppo ben strutturato e inclusivo. Nella Strategia viene evidenziata inoltre l’importanza dei territori e di una governance multilivello. Una Strategia connessa con quelle delle singole Regioni, Province autonome e Città metropolitane, quindi: elemento molto importante, se pensiamo che, ad oggi, già 20 tra Regioni e Province autonome hanno adottato la propria Strategia sullo sviluppo sostenibile e 9 città metropolitane hanno adottato l’Agenda Metropolitana per lo Sviluppo Sostenibile.

Per l’attuazione della Strategia Nazionale sarà importante verificare il progresso di alcuni piani: il Piano integrato energia e clima (Pniec), ora sottoposto alla discussione con la società civile in vista della presentazione a Bruxelles nel giugno 2024, e del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), già valutato dall’ASviS e da altri stakeholder, ma ancora in attesa di definitiva formalizzazione.

L’approvazione della Strategia arriva nella settimana in cui si è svolto il secondo SDG Summit, l’appuntamento quadriennale organizzato dalle Nazioni unite proprio per fare il punto sull’attuazione dell’Agenda 2030 con i Capi di Stato e di governo convenuti a New York per l’Assemblea generale. La dichiarazione delle Nazioni Unite al summit ribadisce la volontà di andare avanti e accelerare sull’Agenda 2030, per raggiungere lo sviluppo sostenibile e superare le molteplici crisi in corso. Impegno già ribadito dal Consiglio dell’Unione europea nel luglio scorso, definendo le priorità dell’UE per la 78ª sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, e dai leader del G20 durante il vertice di New Delhi del 10 settembre, da cui è uscita la dichiarazione “One Hearth, One Family, One Future” nella quale l’Agenda 2030 e gli SDGs rappresentano il quadro di riferimento delle azioni da intraprendere.

Bisogna ora vedere come questo impegno diventerà reale partendo dai prossimi grandi appuntamenti internazionale, come la Cop 28 sul clima che si terrà dal 30 novembre al 12 dicembre negli Emirati Arabi, a Dubai”, ha commentato Giovannini. E guardando in prospettiva all’Assemblea generale dell’Onu del settembre 2024, quando si terrà il Summit of the future.

Fonte: Forum PA