BORGO VAL DI TARO – Le società unite dal contratto di rete di impresa – entrambe partecipate al 100% da enti pubblici – hanno infatti avviato una collaborazione con due differenti realtà che rappresentano altrettante eccellenze del mondo della ricerca universitaria e dell’innovazione: si tratta del BEELab, il Laboratorio sulle Bio-energie del dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università di Modena e Reggio Emilia, e DNAPhone, start-up creata da tre ricercatori dell’Università di Parma e attiva dal 2014 nel campo della biosensoristica.
Nel dettaglio, il contratto di ricerca firmato da EmiliAmbiente e Montagna 2000 con BEELab – realtà nata nel 2013 dalle competenze del gruppo di Fisica Tecnica nel settore delle energie rinnovabili e delle misure termo-fluidodinamiche – riguarda il riutilizzo energetico dei fanghi prodotti dagli impianti di depurazione attraverso la tecnica della crescita algale: l’obiettivo finale è ridurre al massimo l’impatto ambientale e i costi di gestione dei fanghi, e/o valutare l’eventuale produzione di alghe ricche per la produzione di olio utilizzando come substrato proprio i fanghi di depurazione.
“Dopo un primo step di indagine condotto su fanghi dei depuratori di Montagna 2000 SpA, che ha avuto risultati incoraggianti sia in termini energetici ma anche e soprattutto sul tema della crescita algale – spiegano Giulio Allesina e Simone Pedrazzi di BEELab – si è deciso di condividere il secondo step nel quale il BEELab procederà alla progettazione e alla realizzazione di un prototipo di foto-bio reattore del volume di 100 litri, funzionante in continuo e alimentato da fanghi di depurazione. Sulle alghe prodotte da questo impianto – di cui si valuterà la possibile industrializzazione – verrà testata la possibilità di produrre olio vegetale da sfruttare a fini energetici e sostanza solida utilizzabile per la produzione di biogas”.
Lo sviluppo congiunto di questo secondo step consentirà di sfruttare le reciproche competenze aziendali e di valutare sotto una prospettiva più ampia gli eventuali investimenti che si andranno ad ipotizzare.
Il secondo progetto risponde invece all’esigenza di ottimizzare le procedure di autocontrollo che i gestori devono per legge compiere sistematicamente sulla qualità dell’acqua immessa in rete. La collaborazione del PAPP con DNAPhone riguarda l’utilizzo a questo scopo di un dispositivo ottico prodotto dalla start-up, integrato con lo smartphone o tablet, che consente di effettuare analisi chimiche su campioni liquidi in modo semplice, rapido ed economico, acquisendo e rendendo disponibili i dati in tempo reale. “L’utilizzo sul campo di uno strumento semplice concettualmente ma tecnologicamente avanzato – affermano Alessandro Candiani e Andrea Nasturzio di DNAPhone – permette di standardizzare la procedura di analisi con ripetibilità del risultato garantita, geo referenziare il dato acquisito ed associarla a riferimenti temporali certi nonché inserire una diagnostica manutentiva semplice ma efficace. Il sistema trasmetterà poi i dati al sistema di tele controllo per garantire un registro elettronico delle analisi ed una rapido feedback nel caso di deviazioni dallo standard”.
Un secondo aspetto della collaborazione con DNAPhone riguarda We-Lab, il kit da laboratorio scientifico pensato su misura per il settore educativo sviluppato dalla start-up e premiato da un finanziamento della Comunità Europea tramite il programma di Accelerazione Aziendale Impact: il kit verrà infatti adottato nei laboratori del progetto didattico “La Scuola dell’Acqua”, alla sua quarta edizione nelle scuole del territorio servito da EmiliAmbiente e in fase di estensione anche negli istituti dei Comuni gestiti da Montagna 2000. Lo strumento garantisce un’esperienza entusiasmante per i ragazzi, che ben si sposa con l’impostazione del “toccare con mano” su cui è basata la filosofia dell’offerta didattica dell’intero progetto.
“I cambiamenti climatici in corso e la crisi idrica indotta dalla fortissima siccità – afferma Gian Franco Saetti, Amministratore Unico di Montagna 2000 SpA – fanno sì che i gestori del servizio idrico integrato, e Montagna 2000 Spa fra i primi, debbano adoperarsi al fine di ottimizzare e migliorare tecnologicamente la propria attività, puntando sull’innovazione. Ed è in questo senso, e su questo territorio, che le idee stanno diventando realtà e ci si augura che a breve divengano tangibili anche nel quotidiano. Solo nella collaborazione e nella condivisione, di cui il PAPP è l’emblema, crediamo si possano fare davvero i passi avanti necessari”.
“Da sempre EmiliAmbiente considera parte integrante della propria mission una strettissima collaborazione con tutte le realtà del territorio, e – in questo stesso territorio – la ricerca di competenze avanzate su cui investire” sostiene invece Giuseppe Cerri, Presidente di EmiliAmbiente SpA. “Ora il Patto per l’Acqua Pubblica Parma ci consente di imboccare questa strada con ancora maggiore decisione: i progetti che presentiamo oggi ci riempiono di orgoglio non solo perché pongono le basi per un passo avanti in termini di innovazione e qualità del servizio, ma anche perché i nostri partner sono realtà giovani, di eccellenza, “nostrane”. Tutti elementi perfettamente allineati con il DNA di EmiliAmbiente”.